Pensare Globale e Agire Locale

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domenica 12 maggio 2013

ITALIA - Popolo della libertà, Berlusconi a Brescia tra i fischi


Manifestazione Pdl tra le contestazioni. Un militante ferito. Il Cavaliere non stacca la spina al governo Letta. E attacca i giudici. «Io come Tortora, vogliono eliminarmi». Le figlie di Enzo si ribellano.

di Gabriele Perrone

Sabato, 11 Maggio 2013 - Fischi, insulti e scontri. Non è stata proprio ideale l'accoglienza per Silvio Berlusconi alla manifestazione del Popolo della libertà l'11 maggio a Brescia, in una piazza Duomo divisa in due: da una parte i sostenitori del Pdl, dall'altra i contestatori, separati dalla polizia in tenuta anti-sommossa.
«Io sono qui più determinato di prima, se qualcuno pensava di scoraggiarmi o spaventarmi si è sbagliato di grosso», ha urlato il Cavaliere dal palco, provocando le opposte reazioni dei due gruppi in piazza. «Il nostro amore per la libertà è più forte della loro invidia e del loro odio», ha aggiunto.
SCONTRI IN PIAZZA E POLEMICHE TRA I PARTITI. A margine del discorso di Berlusconi, si sono verificati momenti di tensione tra militanti del Pdl e centri sociali (oltre ad attivisti M5s): un uomo è stato picchiato a calci e pugni e ha riportato un evidente taglio al viso.
Ed è scoppiata una polemica per la presenza del vicepremier e ministra dell’interno, Angelino Alfano, alla manifestazione.
«HO DECISO DI RESTARE IN CAMPO». «Avevo pensato di non essere più centravanti ma allenatore, di dedicarmi al mio grande Milan per farlo ritornare ad essere grandissimo», ha spiegato Berlusconi, ma «resto in campo, solo essendo al governo possiamo mettere in pratica le nostre ricette per uscire dalla crisi».

«L'Imu va abolita per sempre, tagliamo le unghie a Equitalia»


Quindi è tornato sui suoi cavalli di battaglia: l'Imu definita «odiosa tassa che deve essere abolita per sempre», Equitalia «mostro a cui bisogna tagliare le unghie», l'Iva «che non deve aumentare» e i giudici «non imparziali che vogliono eliminarmi».
Berlusconi ha poi chiesto un parlamento dimezzato, corsie veloci per i decreti legge del governo e il diritto per gli italiani di eleggere direttamente il presidente della Repubblica.
«SOSTENIAMO IL GOVERNO». Quando il Cav ha nominato Beppe Grillo, dalla piazza è partita una serie di fischi e «buuu». Il leader del Pdl ha sostenuto di essere «da 20 anni l'unico ostacolo tra la sinistra e il potere» ma ha assicurato: «Noi crediamo in questo governo e lo sosterremo lealmente perché si è impegnato a realizzare quei provvedimenti per noi indispensabili per rilanciare economia».
Nonostante la condanna per la sentenza Mediaset, Berlusconi ha quindi ribadito di voler continuare ad appoggiare l'esecutivo di Enrico Letta con un'altra metafora calcistica: «Non farò nessun fallo di reazione».

«Io sono una persona leale» e la piazza di infiamma


Il leader del Pdl ha affermato di essere «una persona leale», spiegando che «quando guardo negli occhi una persona per confermare un accordo per me è come se avessi firmato un contratto e tra persone per bene i contratti si rispettano».
A questo punto dalla piazza si sono levate ancora più forti le opposte voci dei contestatori e dei sostenitori: i primi gli hanno gridato «buffone» e «in galera», i secondi hanno cantato «Silvio, Silvio» tra gli applausi.
RIFORMA DELLA GIUSTIZIA. La riforma della giustizia «è una necessità per gli italiani», ha aggiunto. «Ci sono magistrati accecati dall'odio con pregiudizi nei miei confronti».
Poi ha citato Enzo Tortora (presentatore televisivo accusato ingiustamente di essere membro della camorra e trafficante di droga nel 1983) quando diceva ai giudici «io sono innocente e spero dal profondo del mio cuore che lo siate anche anche voi», sostenendo che «questo è il sentimento di tantissimi italiani che ogni giorno entrano nel tritacarne infernale della giustizia» e suscitando la reazione indignata delle foglie del conduttore.
RESPONSABILITÀ CIVILE DEI MAGISTRATI. Infine ha rilanciato sulla responsabilità civile dei magistrati. «Quelli che fanno bene il loro lavoro non hanno nulla da temere, ma chi sbaglia deve risponderne». Un avvertimento in vista del processo Ruby arrivato alle battute finali: domenica 12 maggio su Canale 5 è addirittura in programma uno “speciale” che racconta il caso.  
BRUCIATA UNA BANDIERA DEL PDL. Prima di lasciare la parola al sindaco Adriano Paroli, Berlusconi si è detto «commosso» dai suoi sostenitori in piazza, ma ha prudentemente evitato di provocare i contestatori che hanno bruciato una bandiera del Pdl e lo hanno fischiato anche dopo la fine del comizio.

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