Pensare Globale e Agire Locale

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domenica 26 maggio 2013

ITALIA - Boldrini: «Caro Davide, l'omofobia sarà reato»


La risposta alla lettera di un 17enne gay.

Domenica, 26 Maggio 2013 - Laura Boldrini auspica che il parlamento approvi al più presto la legge contro l'omofobia. La presidente della Camera ha risposto su Repubblica alla lettera scritta ieri al quotidiano dal diciassettenne Davide Tancredi, nella quale lo rassicura scrivendo «le tue parole ce le ricorderemo» e «spero davvero che la legislatura appena iniziata possa presto sdebitarsi», invitandolo alla Camera per «parlare di quello che stiamo cercando di fare».
«L'ULTIMA ALTERNATIVA AL SUICIDIO». «Io sono gay, ho 17 anni e questa lettera è la mia ultima alternativa al suicidio in una società troglodita», aveva scritto il giovane nella sua lettera al quotidiano, «in un mondo che non mi accetta sebbene io sia nato così. Il vero coraggio è sopravvivere all'adolescenza con un peso del genere, con la consapevolezza di non aver fatto nulla di sbagliato se non seguire i propri sentimenti».
LA VICENDA DI CAROLINA. Nella sua missiva Boldrini cita anche la vicenda di Carolina che «fa male al cuore e alla coscienza: ha deciso di farla finita, a 14 anni, per sottrarsi alle umiliazioni che un gruppo di piccoli maschi le aveva inflitto per settimane sui social media. E consola davvero troppo poco apprendere che ora questi ragazzini dovranno rispondere alla giustizia della loro ferocia».
«Vi metto insieme, Davide», scrive la presidente della Camera, «perché tu e Carolina parlate a noi genitori e ad un Paese che troppo spesso non sa ascoltare» e «a una società che non sa proteggere i suoi figli».
IL MONITO SUI SOCIAL. Boldrini sottolinea inoltre che è «urgente trovare il modo per crescere insieme nell'uso dei nuovi media. Le loro potenzialità sono straordinarie, possono essere e spesso sono poderosi strumenti di libertà, di emancipazione, di arricchimento culturale, di socializzazione. Ma se qualcuno li usa per far male, per sfregiare, per violentare, non possiamo chiudere gli occhi». 

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