maggio
2012 The Guardian, Frankfurter Rundschau, Corriere della Sera & altri 4
“Un nuovo inizio: il
presidente Hollande si impegna a cambiare il cammino dell’Europa”, titola il Guardian. Secondo il
quotidiano londinese il candidato socialista “ha ottenuto una vittoria eclatante,
non soltanto per sé stesso […] e per la Francia, ma anche per la sinistra
europea”.
Nicolas Sarkozy è l’undicesimo leader europeo a cadere
dall’inizio della crisi finanziaria. La sua sconfitta è un monito per i suoi
sostenitori come Angela Merkel e David Cameron. Il nuovo cammino intrapreso
dalla Francia è un duro colpo al trattato fiscale, la risposta dell’Europa alla
crisi.
“Frau Merkel,
eccomi”, titola la Frankfurter Rundschau. Nel suo primo discorso il nuovo
presidente ha annunciato che la sua prima visita all’estero sarà in Germania.
La cancelliera tedesca dovrà adattarsi al nuovo partner, nonostante le
differenze ideologiche che li separano:
Merkel non sarebbe Merkel se non fosse in grado di
cambiare rotta. Non ha problemi ideologici con i socialdemocratici [ha
governato insieme a loro dal 2005 al 2009], anche se si chiamano socialisti.
Hollande non scatenerà la rivoluzione. Al contrario, dovrà imparare ad
adeguarsi, come ha fatto Merkel durante la crisi greca.
“Vince Hollande, si
apre la sfida in Europa”: secondo il
Corriere della Sera il nuovo presidente francese è un “leader normale per tempi eccezionali”.
Il messaggio di questo maggio francese, al tempo della
crisi, del declino civile e dell’antipolitica, è dunque carico di speranza. Per
la Francia, e per l’Europa che guarda la Francia. [È stata anche] una scelta di
difesa, contro l’Europa dei sacrifici senza equità, del rigore senza crescita. […]
La Francia di Hollande non sogna più il socialismo in un solo Paese, ma un po’
più di socialdemocrazia in Europa.
Secondo El Mundo “la vittoria di Hollande apre
un nuovo periodo d’incertezza in Europa”. Il quotidiano conservatore si chiede
con preoccupazione quale forma prenderà la “nuova era” che comincia “per la
Francia e per il resto del continente”.
Mai prima d’ora un’elezione in Francia ha avuto
ripercussioni così forti in Europa. […] La vittoria del candidato socialista
spezza l’egemonia del centrodestra dell’ultimo decennio, e fa nascere forti
dubbi sulla coabitazione con la cancelliera Angela Merkel, che insieme al
[presidente uscente Nicolas] Sarkozy ha voluto il patto di bilancio e le
politiche d’austerity.
“Un nuovo inizio per
l’Europa”,titola De Morge, secondo
cui “il socialista Hollande è in rotta di collisione con la Germania sulla
questione dell’austerity”. L’editoriale
del quotidiano belga sottolinea che
se Hollande riuscirà
a realizzare il cambio di rotta europeo [in direzione della crescita] è ancora
da vedere. Ci proiettiamo già sul suo primo viaggio a Berlino, dove dovrà
raggiungere un compromesso storico con la rigida cancelliera Angela Merkel. Il
dialogo tra i due si svolgerà in un clima agitato, in seguito alle elezioni
parlamentari che ieri hanno stravolto lo scenario politico in Grecia. Le nubi
che aleggiano sul continente sono diventate ancora più nere.
Lo svedese Dagens Nyheter scrive che
sull’immigrazione e le minoranze il nuovo presidente ha scelto un approccio più
tollerante e aperto di quello di Nicolas Sarkozy, ma “solleva interrogativi
inquietanti per quanto riguarda la politica economica”:
Se Hollande romperà il trattato fiscale scatenerà seri
problemi. L’Europa ha bisogno di crescita, ma senza una barriera efficace
contro gli enormi deficit di bilancio degli stati l’euro potrebbe non riuscire
a sopravvivere. L’unione monetaria e la sua capacità di prendere decisioni
comuni sarebbero compromesse. Per questa ragione sembra difficile che Hollande
chieda seriamente di rinegoziare il patto. Più verosimilmente si accontenterà
di aggiungere un protocollo sull’importanza della crescita
L’editoriale del ceco
Hopodarskè Noviny sostiene che da
questo “week-end elettorale” nasce “un’altra Europa”. Le elezioni presidenziali
in Francia e le legislative in Grecia dimostrano che il Vecchio continente è
alle prese con una “nuova rivoluzione francese”. Una rivoluzione che fa
vacillare il consenso sull’integrazione europea, attualmente alle prese con la
crisi più profonda dagli anni cinquanta: “Gli europei vogliono che i loro
leader non si limitino ai tagli di bilancio. […] Dopo il trattato fiscale
l’Europa avrà bisogno di pensare all’economia in modo innovativo”.
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