Sfruttando l’opposizione
all’austerità e la paura dell’immigrazione, glii euroscettici potrebbero
confermare la loro crescita alle elezioni europee di maggio e condizionare la
politica dell’Unione.
Alain Salles 7 ottobre 2013 Le Monde
Parigi
L'affermazione
del partito anti-euro in Germania, la crescita
dell'estrema destra in Austria , la pressione
degli eurofobi di Nigel Farage sui conservatori britannici e il disastro
elettorale del partito di governo alle elezioni amministrative portoghesi
a causa delle misure di rigore rappresentano una sorta di introduzione alla
campagna elettorale per le elezioni europee del maggio 2014, che rischia di
essere caratterizzata dai gruppi ostili all'ortodossia di Bruxelles.
Ai tradizionali voti contro
l'immigrazione e contro Bruxelles, che hanno alimentato le campagne
euroscettiche in occasione delle precedenti elezioni, si aggiunge un voto
anti-Merkel e anti-troika rafforzatosi con la crisi dell'euro e con
i successivi piani di rigore. Spesso questi fronti anti-Europa si mescolano tra
di loro. Da un lato gli euroscettici sono preoccupati dello sviluppo
dell'immigrazione, dall'altro il rigore alimenta il rifiuto di un'Europa
liberista.
Mentre i partiti di governo sono più
preoccupati per elezioni nazionali che per quelle europee a scarsa
partecipazione, queste forze "contro" vogliono capitalizzare i loro
voti sull'elezione del
22 e del 25 maggio 2014 per rafforzare la loro influenza. Inoltre
questo movimento arriva nel momento in cui il Parlamento europeo ottiene
poteri più importanti, in particolare sulla scelta del presidente
della Commissione.
Il presidente del Partito per
l'indipendenza del Regno Unito (Ukip) Nigel Farage ha fatto delle elezioni
europee il suo principale obiettivo per imporsi nel Regno Unito e cambiare il
rapporto di forza a Bruxelles. Questa è anche la priorità dei Veri finlandesi o
del Fronte nazionale (Fn) francese, così come di Beppe Grillo in Italia o di
Syriza, il principale partito di opposizione in Grecia. Tutte queste forze
politiche sperano di raccogliere i voti "contro" che si esprimono più
facilmente in questo genere di elezioni. "Le europee sono tradizionalmente
favorevoli ai partiti periferici", spiega il politologo Dominique Reynié.
"Sono a scrutinio proporzionale e l'astensione è molto forte, soprattutto
fra i moderati".
Gli ingredienti del cocktail sono
noti: l’immigrazione, la burocrazia e il rigore
Gli ingredienti del cocktail sono
noti: l’immigrazione, la burocrazia e il rigore. E quando vengono mescolati possono
diventare esplosivi. La polemica sui
rom in Francia mostra che l'immigrazione – sia verso l'Europa che
all'interno dell'Unione – sarà uno dei temi della campagna elettorale. Questo è
uno dei cavalli di battaglia dell'estrema destra, dalla Danimarca alla Grecia,
dai Paesi Bassi all'Austria o alla Francia.
Si tratta di un argomento spesso
trattato dagli euroscettici dell'Ukip o da parte del nuovo partito anti-euro Alternativa
per la Germania (AfD). Una parte degli europei preoccupati dalla
crisi vede la libera circolazione come una minaccia per l'occupazione. Il
lavoratore romeno o bulgaro sta sostituendo l'idraulico polacco.
L'euroscetticismo approfitta della
crisi. Alle critiche nei confronti della burocrazia di Bruxelles si aggiunge la
cattiva gestione della tempesta finanziaria. "Dopo la crisi del debito i
paesi del sud sono persuasi che quello che succede loro è colpa di Berlino,
mentre i paesi del nord ritengono che è colpa di Bruxelles se devono dare del
denaro al sud", spiega il deputato del Partito popolare europeo (Ppe)
Alain Lamassoure. I Veri finlandesi vedono nell'aiuto alla Grecia la
giustificazione del loro euroscetticismo, così come il Partito della libertà di
Geert Wildersnei Paesi Bassi, che nei sondaggi raggiunge il 30 per cento.
Candidati
indignados
Accanto a queste due opposizione
tradizionali, la crisi ha dato vita a un fronte anti-Merkel e anti-troika molto
attivo nell'Europa meridionale, tanto a sinistra quanto a destra. In Grecia
Syriza e il partito populista dei Greci indipendenti vogliono approfittare del
rifiuto delle misure imposte da Bruxelles e dal Fondo monetario internazionale
(Fmi) per imporsi a Strasburgo. In Spagna il movimento degli Indignados vuole
presentare delle liste alle elezioni di maggio.
Finora l'estrema destra e i
movimenti euroscettici, molto divisi, hanno avuto un'influenza limitata al
Parlamento europeo
"Il progetto europeo corre un
grave pericolo", riconosce Anni Podimata, vicepresidente del parlamento ed
esponente del Partito socialista greco (Pasok). "L'avversione all'Europa è
sempre più forte. Questo deve spingere i partiti a farsi carico di un messaggio
europeista". Finora l'estrema destra e i movimenti euroscettici, molto
divisi, hanno avuto un'influenza limitata al Parlamento europeo. I deputati
dell'Fn non sono iscritti, mentre gli altri movimenti si ritrovano nel gruppo
Europea libertà democrazia intorno a Nigel Farage e ai membri della Lega Nord.
Il sogno dell'Fn è quello di creare un gruppo con l'Fpö austriaco, che ha
superato il 20 per cento alle elezioni politiche del 29 settembre.
"Tra un quarto e un terzo dei
deputati voterà 'no' a tutto, ma questo non impedirà al parlamento di
funzionare. L'intesa fra il Ppe e i socialdemocratici sarà più necessaria che
mai", sostiene Lamassoure. I due partiti hanno annunciato che faranno una
campagna destra-sinistra, ma l'inizio della campagna elettorale dei
socialdemocratici è coincisa con la decisione dell'Spd di partecipare al
governo Merkel.
Traduzione di Andrea De Ritis
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