Venerdi
8 agosto il pentagono ha iniziato una serie di attacchi aerei contro le
roccaforti dell'ISIS utilizzando
droni Predator e aerei F-18. Nel frattempo aiuti umanitari sono stati lanciati
dall'aviazione americana per aiutare le decine di migliaia di sfollati iracheni
diretti verso le montagne curde.
Prima
dell'intervento militare degli Stati Uniti, l'avanzata dell'ISIS era
ostacolata da due schieramenti: l'esercito iracheno e i guerriglieri curdi,
o Peshmarga, termine che tradotto letteralmente significa: "coloro che
affrontano la morte". Dal mese di giugno l'esercito iracheno ha subito una
sconfitta dopo l'altra, dimostrando la totale incapacità del Governo locale di
organizzare una valida difesa contro i miliziani dell'ISIS. Particolarmente
scottante è stata la sconfitta della seconda divisione durante la campagna
condotta dagli jihadisti per la conquista di Mosul e Tikrit. In quell'occasione
i soldati iracheni abbandonarono queste città attraverso una rapida ritirata,
senza neanche tentare di difenderle. Molti esperti puntarono il dito contro lo
scarso addestramento, l'equipaggiamento obsoleto e in generale la cattiva
allocazione delle risorse da parte di Baghdad.
Le milizie
curde, invece, pur avendo sofferto numerose perdite a causa degli attacchi
degli jihadisti, continuano a battersi con vigore contro i guerriglieri
dell'ISIS. Perché, dunque, gli Stati Uniti hanno deciso solo adesso di
fornire fuoco di copertura ai Peshmarga? Ciò dipende essenzialmente dalle
pretese indipendentiste dei curdi. Il Kurdistan, infatti, è considerato a
livello internazionale una nazione, in quanto abitato da una popolazione che
presenta caratteristiche condivise quali la lingua, una storia comune, dei
simboli di riferimento. La stragrande maggioranza della popolazione del
Kurdistan, tuttavia, auspica la creazione di uno Stato indipendente per i circa
30 milioni di curdi che abitano in quest'area.
In questo
contesto gli Stati Uniti hanno il timore che aiutando eccessivamente le milizie
curde queste possano, una volta respinta la minaccia dell'ISIS, rivolgere
le armi contro il governo di Baghdad, al fine di vedersi riconosciuta la
propria indipendenza. Ciò che è interessante notare è che i curdi hanno stretto
da tempo ottimi rapporti con gli Stati Uniti, verso i quali hanno maturato una
certa riconoscenza da quando nel 1991 gli USA sono intervenuti contro Saddam e
la sua politica di genocidio. Filo-occidentali e decisamente democratici, se
comparati con altri governi presenti in Medio Oriente, i curdi rappresentano
l'unica vera speranza contro la dominazione dell'Iraq da parte dell'ISIS. Il
Primo ministro iracheno, al-Maliki, sembra essersi reso contro di questa
situazione. Da diversi giorni, infatti, l'aviazione irachena sta fornendo fuoco
di copertura ai Peshmaraga impegnati in battaglia contro gli jihadisti.
Per quale
motivo, dunque, gli Stati Uniti non
forniscono maggior supporto ai guerriglieri curdi? Una risposta
evidente è stata fornita dal Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, il
quale ha negato ai curdi la fornitura di aiuti militari invitando i
guerriglieri Peshmaraga ad agire congiuntamente all'esercito iracheno. Gli USA,
in altre parole, stanno cercando di mantenere unito l'Iraq, sapendo che
un'eventuale indipendenza del Kurdistan causerebbe una degenerazione della
crisi irachena, trasformando questo Stato in una seconda Somalia. Allo scopo di
realizzare questo obiettivo, Mr. Obama si è mosso anche sul fronte economico,
introducendo sanzioni per quelle aziende che acquistano petrolio venduto
esclusivamente dai curdi.
La
possibilità che i curdi decidano di approfittare di questo momento per ottenere
l'indipendenza del Kurdistan non è remota. La Siria, infatti, è
sconvolta da 3 anni di guerra civile, che la rendono un terreno ideale per una
simile rivendicazione.
I curdi
turchi, nel frattempo, stanno negoziando con
il Governo locale per il riconoscimento della propria indipendenza. In Iraq,
come abbiamo visto, le regioni settentrionali sono controllate quasi
totalmente dall'ISIS che condivide un confine di 600 km con i curdi. Solo
l'Iran, dunque, rappresenta un serio ostacolo alla creazione di uno Stato
curdo. A ciò bisogna aggiungere che non è la prima volta che nazionalisti
curdi cercano di costituire uno Stato indipendente. Nel 1946 venne fondata la
Repubblica del Kurdistan, che fu tuttavia conquistata dopo pochi mesi
dall'esercito iraniano. Un famoso Peshmaraga, chiamato Mustafa Barzani, guidò
una campagna militare nell'Iraq settentrionale tra il 1961 e il 1970 ma senza
avere successo. Nel 1983 Massoud Barzani, figlio di Mustafa, guidò nuovamente i
curdi nella loro guerra di indipendenza dall'Iraq. La risposta di Saddam fu il
tragico genocidio di cui abbiamo già parlato. A partire dal 2003, cioè dopo la
Seconda guerra del golfo, l'Iraq è stato organizzato come uno Stato federale,
in cui il Kurdistan iracheno gode di autonomia politica, economica e militare.
Gli Stati
Uniti, dunque, temono che il momento in cui i curdi dichiareranno la loro
indipendenza si stia avvicinando. D'altra parte i Peshmaraga rappresentano
l'unica speranza di salvezza contro l'ISIS. Qualora gli attacchi aerei condotti
dagli USA non dovessero essere sufficienti, Obama dovrà decidere se aiutare
militarmente le milizie curde, con tutti i rischi connessi, oppure supportare
unicamente il governo iracheno, il che potrebbe determinare la realizzazione di
uno scenario drammatico: la totale conquista dell'Iraq da parte dell'ISIS.
(Stefano Consiglio)
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