Pensare Globale e Agire Locale

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sabato 17 novembre 2012

ITALIA - «Elezioni anticipate un'assurdità. Il governo vada avanti»

Il politologo Giovanni Sartori: «Elezioni assurde senza riforma». Monti? «Non si candidi. Inadatto alla rissa».

di Paola Alagia

Venerdì, 16 Novembre 2012 - Governo sempre più in bambola. E la campagna elettorale di certo non aiuta. Anzi, potrebbe assestargli il colpo definitivo. La strana maggioranza morde il freno. E se persino un fedelissimo come Pier Ferdinando Casini si dice d’accordo all’ipotesi di voto anticipato per le politiche, allora la strada di Mario Monti si fa davvero tortuosa. Il politologo Giovanni Sartori boccia come «ai limiti del paradosso» l’idea di andare alle urne prima della scadenza naturale, anche se poi ammette: «Il premier non è un combattente. Persona onesta e garbata», ha detto «ma la rissa da mercato non fa per lui».
NESSUNA ALTERNATIVA A MONTI. Di una cosa Sartori è certo: «Monti dovrebbe continuare per la sua strada. Arrivare a chiedere la fiducia, se necessario, ed eventualmente dimettersi se non la ottenesse. Tanto», ha aggiunto, «anche in questo caso si ritornerebbe a lui perché di maggioranze alternative, allo stato attuale, non ne vedo all’orizzonte».

DOMANDA. Monti ha fatto bene a non fare una scelta di campo con una sua candidatura?
RISPOSTA.
E perché doveva candidarsi? Lui è già senatore a vita. Non solo, ma come per il suo caso parlano i precedenti di Giuliano Amato e Carlo Azeglio Ciampi alla presidenza del consiglio senza la carica di parlamentare.
D. Il politologo Massimo Cacciari in una lettera aperta al premier gli chiede di schierarsi e fare una propria lista. Non è d’accordo?
R.
Non ne vedo la necessità e per un motivo semplice ma fondamentale.
D. Quale?
R.
Non abbiamo ancora una legge elettorale perché i politici non sono stati capaci di approdare a nulla. Sono dei buffoni.
D. Eppure, la richiesta di un voto anticipato non è più isolata al solo Pdl, ma comincia a fare breccia anche in Casini e Vendola.
R. Considero questa situazione buffa. Ma come si fa a reclamare le elezioni senza un sistema di voto?
D. Sta di fatto che il governo dei tecnici è in dirittura d’arrivo. E con la campagna elettorale che incombe si rischia il galleggiamento. Magari se Monti si candidasse si uscirebbe dallo stallo.
R. Per logica, ribadisco che non ha senso scender in campo ora di fronte a questo pastrocchio all’italiana. E, anche se in seguito maturassero le condizioni non è scritto da nessuna parte che Monti debba candidarsi.
D. È la prospettiva cui lavora Casini con la lista per l’Italia. Ma senza una base elettorale propria che forza avrebbe il Monti bis?
R. Non è detto neppure che un governo debba per forza durare un’intera legislatura.
D. Torniamo al presente. Escludendo una candidatura di Monti, qual è l’alternativa, allora?
R.
Monti vada avanti. Se non riesce a farlo, allora, chieda la fiducia.
D. È sicuro che gli sarebbe accordata?
R.
Dico solo che in caso contrario rassegnerà le dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica che, come dice la nostra Costituzione, valuterà se esiste o meno una maggioranza alternativa.
D. E lei pensa che la troverebbe?
R. Una maggioranza alternativa coerente non c’è. D’altronde stiamo parlando di esponenti politici che non riescono a trovare un accordo su nulla. Più probabile, invece, che si ritorni a Monti.
D. Non ha l’impressione che il premier in questo ultimo periodo abbia un po' tirato i remi in barca?
R.
Monti non è un animale da combattimento, per quanto garbato e diplomatico. Difficile, insomma, di fronte alla balcanizzazione della sua maggioranza, vederlo nei panni del combattente.
D. Pensa che i posizionamenti più o meno accennati da parte di alcuni ministri abbiano inciso sulla tenuta tecnica del governo?
R. Che, per esempio, Corrado Passera avesse l’ambizione di continuare a fare politica si era capito da tempo. Ma penso che il suo caso come altri non abbia alcun effetto sul lavoro del governo.
D. Dalle timide liberalizzazioni alla legge anticorruzione. A distanza di un anno dall’insediamento trova che la squadra tecnica si sia politicizzata?
D.
Il presidente del Consiglio appartiene a una scuola liberista e il suo pensiero come tutti gli altri ha i suoi limiti.
D. È di Monti la responsabilità se oggi il governo è in dirittura d’arrivo?
R.
Se la situazione attuale è così precaria in parte è colpa degli eventi e in parte di Monti stesso.
D. Quali sono le sue responsabilità?
R.
Come capo del governo, oggi, il professore è insostituibile. Ma per le condizioni date. Detto questo, però, è evidente che la sua squadra sin dall’inizio si è rivelata sfilacciata perché messa insieme in pochi giorni.
D. E a parte questo peccato d’origine?
R.
Monti ricuce i rapporti internazionali e sarebbe un ottimo ministro degli Esteri, ma secondo me il ruolo di capo del governo non lo entusiasma fino in fondo. E poi c’è un’altra cosa.
D. Quale?
R.
Non c’è mai. Mentre lui è all’estero, quindi, i suoi ministri vanno in ordine sparso.
D. I partiti della strana maggioranza non hanno colpe?
R. Certo che sì. La prima di tutte è quella di non essere riusciti in questi mesi a portare a termine l’unico compito che avevano da fare e cioè la riforma del sistema di voto.
D. E l’ipotesi di voto anticipato che stanno accarezzando come la giudica?
R.
Far cadere Monti è stupido. Così come lo è la motivazione di arrivare all’election day per risparmiare 100 milioni.
D. Per quale motivo?
R.
Se davvero avessero questo intento nobile potrebbero tagliarsi gli stipendi. Se esistono dei termini tra lo scioglimento di un consiglio regionale e le elezioni, allora la legge va rispettata. Altrimenti si cade nel ridicolo.
D. Se il governo tecnico fosse intervenuto sulla materia elettorale, forse oggi non saremmo in questa situazione di galleggiamento. Che ne pensa?
R.
Credo che Monti non se intenda molto di questa materia e, quindi, ha preferito non occuparsene.
D. E adesso è troppo tardi?
R. Non credo. Esistono tante proposte di legge elettorale da poter studiare e tirar fuori dai cassetti. Anzi, se il premier vuole, gli posso prestare la mia.

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