Si
forse avete capito è sempre lei LaFornero. Presa da un delirio di
onnipotenza ieri pretendeva che i giornalisti fossero cacciati fuori da una
sala dove si svolgeva un incontro fra il ministro ed i giovani a Torino. La
giustificazione è stata la seguente: per evitare che le sue parole fossero
travisate e doventassero un tormentone, meglio tenere fuori i giornali.
Nemmeno
Berlusconi aveva osato tanto, al più si limitava a invitare a non leggere i
giornali. I giornalisti naturalmente si sono rifiutati e non sono usciti dalla
sala costrigendo la ministra a tenere l'incontro alla presenza dei giornalisti.
Dietro
alla ministra non si può non nominare il saltimbanco genovese che si è dato
alla politica, il buon Beppe Grillo.
Oggi
dichiara che il suo movimento non si allea con nessuno in quanto l'obiettivo
del comico, più che del movimento stesso, è la fine dei partiti. Peccato che
per fare questo Grillo abbia dato vita ad un partito della peggiore specie
sulla scia di Forza Italia di Berlusconi. Un partito dove lui decide cosa si
può fare, cosa si deve fare e detta le regole che tutti gli iscritti devono
rispettare.
Oggi
pubblica di nuovo il decalogo dove, oltre ad alcune falsità smentite
direttamente dai suoi, (non è vero che gli eletti nei consigli regionali
prendono solo 2.500 euro che oggi sono diventati 5.000 e restituiscono il resto
allo stato, in realtà il resto va in un conto corrente a disposizione degli
eletti) proibisce qualsiasi contatto con giornali e soprattutto con le
televisioni. Insomma stabilisce un decalogo non discusso ed approvato dal
movimento ma partorito solo dalla sua mente.
Se
qualche grillino andrà al governo o semplicemente in parlamento, sarà libero di
votare oppure dovrà prima consultarsi con il comico ? Nel dubbio meglio non
affidare le sorti del paese a chi gestisce il suo partito come ai tempi del
fascismo.
Infine
ecco ancora lui, Silvio Berlusconi, del quale sarà difficile liberarsi
fino a quando non ci penserà il padre eterno. Di nuovo invischiato con il suo
amicone Dell'Utri nelle vicende fra stato e mafia durante il passaggio dalla
prima alla seconda repubblica.
La
mafia cercava nuovi referenti e, secondo i Pm di Palermo, questi nuovi
referenti sono stati trovati nel duo Dell'Utri-Berlusconi, un duo difficile da
scardinare grazie alla grande forza degli avvocati messi in campo dal cavaliere
per se e per i suoi amici.
Una
notizia da fare accapponare la pelle, ma sottaciuta a parte qualche trafiletto
nascosco nelle pieghe dei giornali on line. Ma già oggi giornali e televisioni
hanno cose più importanti di cui occuparsi come le elezioni americane, tutto il
resto è noia e fa parte di un decadimento inarrestabile di uno stato che tenta
di sotterrare i propri cittadini.
Pubblicato da
ANTIPOLITICA
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