Nils Minkmar 10 ottobre 2012 FRANKFURTER
ALLGEMEINE ZEITUNG Francoforte
Un segno di buona
volontà, un simbolo, un gesto. Da diversi giorni la stampa tedesca definisce la
visita del cancelliere ad Atene come un'iniziativa amichevole. Ma per la
Frankfurter Allgemeine Zeitung questo viaggio è troppo poco e arriva troppo
tardi.
Atene, mezzogiorno e
mezzo. I cavalli fanno fatica a stare fermi. Un fastidioso vento laterale
disturbava la cancelliera e ha rovinato le foto. Come se Eolo si fosse
divertito ad aprire il suo sacco con i venti più impetuosi.
Eppure si trattava di
una visita importantissima, ripresa in diretta dalla televisione, qualcosa che
faceva pensare all'atterraggio di Sadat in Israele o di Nixon in Cina.
Un'intensità drammatica sorprendente e probabilmente eccessiva.
Peccato che questo
viaggio arrivi così tardi. Al momento di stringere le mani sulla pista di
atterraggio, la cancelliera sembrava comunque contenta di ritrovare un volto
noto: "I remember", la si è sentita bisbigliare. All'appuntamento era
presente l'intero esecutivo, compreso il primo ministro, e tutti insieme
formavano sulla pista una sorta di drappello d'onore. Un'accoglienza che
sembrava legata più al clima di panico che a ragioni protocollari. Il
commentatore greco ha detto sulla Phoenix [la rete di informazione tedesca]:
"Credo che l'unico che abbia avuto un trattamento del genere sia stato de
Gaulle".
Da tempo Angela
Merkel e i greci sono presi in una vera e propria saga sentimentale, e ieri
sembrava giunto il momento della terapia di coppia. Durante la conferenza
stampa la cancelliera si è ben guardata dal ricorrere agli strumenti di
comunicazione così cari ai greci come la metafora, il simbolo o il mito. Se si
fosse trattato di una perdita d'acqua in un garage, Merkel non si sarebbe espressa
diversamente. In compenso guardava il suo vicino, Antonis Samaras, come se
dovesse esplodere da un momento all'altro.
Il discorso
paradossale è quindi continuato: i contribuenti tedeschi mettono delle somme
enormi a disposizione dei greci, ma non si vede alcuno sforzo di
comunicazione. Angela Merkel avrebbe potuto celebrare la volontà dei
greci di prendere in mano il loro destino e di bloccare la corruzione e il clientelismo.
Invece, al di là
delle parole ufficiali, il discorso che abbiamo ascoltato è il seguente:
"Abbiamo ottenuto molto, qualcosa che è stato molto duro per la
popolazione del vostro paese!" Dopo, la cancelliera ha constatato con
orgoglio che la Germania è "il partner della Grecia nei momenti
difficili". Insistendo sul fatto che questi momenti difficili sono anche
molto scivolosi.
Insomma, abbiamo
assistito a una lezione di pragmatismo protestante: prima il confronto, poi il
supplizio. Avremmo invece preferito sentir dire: con il denaro che vi abbiamo
prestato ci avete comprato
dei carri armati Leopard e degli aeroporti di cui non avevate bisogno, mentre
da tempo eravate i clienti perfetti per Peter Zwegat [conduttore di un reality
tedesco intitolato "Uscire dal debito"] – e adesso che questa follia
finisce, siamo ovviamente al vostro fianco per sostenervi.
Ci sarebbero stati
altri mezzi per lottare contro la crisi greca senza ricorrere all'umiliazione,
ma nessuno si è preoccupato di cercarli. Questa visita è ben poca cosa e arriva
troppo tardi. (Traduzione di Andrea
De Ritis)
Da
Atene
Nessuna sorpresa
“Chi si attendeva un
regalo dalla visita della cancelliera tedesca ad Atente dovrà aspettare la fine
dell’anno. È infatti più facile ricevere qualcosa da Babbo Natale che ottenere
denaro dal parlamento tedesco, in questa annata elettorale”, scrive Kathimerini
all’indomani della visita lampo di Angela Merkel ad Atene. Secondo il
quotidiano greco la cancelliera ha voluto inviare ai greci un “doppio
messaggio” durante una visita tutto sommato “positiva”:m[Merkel] ha detto che i
greci non sono soli nel difficile cammino della ristrutturazione dell’economia,
ma ha sottolineato che il governo deve continuare a realizzare riforme
strutturali.
To Vima si
concentra invece sulle proteste che hanno segnato la visita della
cancelliera, ben al di sotto delle attese e certamente meno numerose di altre
manifestazioni organizzate negli ultimi tre anni. La maggior parte delle
persone ha capito che il paese ha bisogno di essere ricostruito e che non
bisogna aspettarsi niente da uno stato corrotto e travolto dai debiti. In
questi tre anni quasi tutte le famiglie hanno applicato un regime di austerity
personalizzato.
Secondo To
Ethnos, infine, il risultato della visita conferma che nel nostro
paese il clima è in sintonia con la Germania, e anche che la cancelliera è
disposta a sostenere i nostri sforzi per uscire dalla crisi. Non ci dovrebbero
essere più dubbi sul versamento della tranche di aiuti da 31,5 miliardi di
euro.
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