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venerdì 2 dicembre 2011

PD : Una maionese impazzita, secondo il corrispondente de El Pais da Roma

Intervista al corrispondente da roma del quotidiano 'el pais' : Pd, una maionese impazzita incapace di elaborare un discorso di sinistra.

Miguel Mora: «La contraddizione di partenza è essere un partito di centro sinistra che ha rinunciato alla parola sinistra»

«Una maionese impazzita». Questa l'immagine che il corrispondente da Roma per il quotidiano spagnolo 'el Pais' Miguel Mora ha utilizzato per descrivere il Partito Democratico. «È diviso come non mai e non osa essere di sinistra», continua Mora e spiega come «i sondaggi mostrano che gli italiani sempre di più identificano il Pd con la vecchia politica e non si fidano. E difficilmente il partito raggiunge il 30% delle intenzioni di voto». Interpellato dall'Ami Mora continua: «Oggi la tragedia del Pd è che l'eventuale ritorno al potere dopo la probabile fine di Berlusconi non sembra facile». Per il corrispondente de el Pais parte del problema è anche nelle relazioni che la politica italiana ha con il Vaticano, il costante inseguimento del voto moderato relega la sinistra a una mancata emancipazione.

Lei scrive sul suo giornale che il Pd le sembra «maionese impazzita di ex democristiani ed ex comunisti, che cercano di mantenere i loro privilegi». Cosa non le piace del Pd?

Non è che a me piaccia non piaccia. Scrivo quello che mostrano i sondaggi, cioè la delusione degli elettori: che non riesce a parlare con una voce unica, non riesce a trovare un leader con carisma che possa essere un'alternativa a Berlusconi. Le solite cose che si conoscono bene e che non mi sembrano nemmeno una novità.

Qui quello che potrebbe essere un dibattito interno fa personalità forti sembra essere sempre una guerra fratricida. In Spagna i partiti sono diversi? In cosa?

In Spagna i partiti sono più monolitici. Zapatero controlla molto bene il partito, non c'è quasi dissenso interno e le discussioni si fanno a porta chiusa e non nella pubblica piazza. Nel Pp è più o meno la stessa cosa. Un bipolarismo basato su pietre monolitiche: due partiti sempre nelle stesse posizioni. Oggi la tragedia del Pd è che l'eventuale ritorno al potere dopo la probabile fine di Berlusconi non sembra facile. Sembra impossibile mettersi d'accordo per le correnti, finanche sulle primarie litigano. La base vuol andare alle primarie ma l'apparato del partito non si se sia disposto a farlo. Poi lotte come quella contro Vendola in Puglia, attaccato dallo stesso D'Alema contro la logica dei numeri e dei fatti. Un partito che non da voce ai tanti italiani sconfortati dal governo Berlusconi.

Un partito che si vorrebbe a vocazione maggioritaria poi racimola nei sondaggi solo il 26%, quali altre contraddizione vede in seno ai democratici d'Italia?

La contraddizione di partenza è essere un partito di centro sinistra che ha rinunciato alla parola sinistra. L'incapacità di elaborare un discorso di sinistra per un partito che dovrebbe occupare quello spazio. Considerando poi che la sinistra radicale adesso è anche extraparlamentare e che Di Pietro è più giustizialista che di sinistra e potrebbe confondersi come uno di destra. Quindi la incapacità del Pd di dare voce ai giovani, agli immigrati, ai laici. Contraddizioni che fanno del Pd un partito non di sinistra.
Se per vincere si pensa che si debba essere più a destra di Berlusconi allora siamo alle comiche.

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