luglio 25, 2013 -Discorrendo
di politica con alcuni esponenti del Partito Democratico di provenienza Pci, ho
chiesto loro se il fatto che i due leader del momento, cioè Enrico Letta
presidente del Consiglio, e Matteo Renzi candidato premier fossero entrambi di
estrazione democristiana ponesse loro dei problemi.
Uno mi ha risposto
seccamente che il Pd rappresenta il superamento delle aree partitiche
originarie e quindi lui, ex comunista, non provava alcun imbarazzo, né riteneva
di dover rivolgere critiche ai dirigenti del suo ex partito.
L’altro invece mi ha
risposto in modo più sofferto ed elaborato. A suo avviso c’era anche un secondo
elemento da considerare: attualmente pure la segreteria del Partito Democratico
e quella generale della Cgil (cioè della sola organizzazione di sinistra
rimasta a livello di massa) non sono rette da ex Pci bensì da ex socialisti come
Guglielmo Epifani e Susanna Camusso.
Quindi l’intero
fronte delle posizioni strategiche dell’area democratica non vede in campo
nessun ex comunista.
Per questo mio
secondo interlocutore, ciò è il frutto dell’abbandono da parte della classe
dirigente comunista pur dopo la mezza svolta dell’89 di una consapevole
politica di formazione politica volta a superare il post-comunismo, e a porsi
nel solco cioè del socialismo europeo. Il rifiuto di scegliere la via
socialdemocratica o socialista o laburista europea, la via del PSE in sostanza,
ha posto gran parte della dirigenza ex comunista in una sorta di terra di
nessuno.
Con Veltroni che si
dichiarava “clintoniano”
(e chissà cosa voleva dire), con altri che continuavano a confondere la storia
del Psi e magari anche quella del Pse con Craxi e col craxismo, con altri
ancora (la maggioranza) i quali credevano che bastasse dichiararsi orientati
verso il socialismo europeo per essere di già socialisti europei. Senza pagare
dazio, senza fare i conti col passato che conta. L’ho già detto un’altra volta:
in una delle sezioni “storiche” dell’ex Pci e ora del Pd ci sono alle parete i
ritratti di Gramsci, di Togliatti, di Berlinguer, di Moro e di Scoppola.
Non c’è un socialista (nemmeno Pertini),
non c’è un laico (un La Malfa, per esempio),non c’è neppure Vittorio Foa,
nessuno che non sia rigorosamente o Pci (e il povero Gramsci si sa quanti
contrasti ebbe alla fine col proprio partito) o Dc. C’è un futuro per una
simile formazione politica?
Vittorio Emiliani - Posted
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