Sabato, 27
Luglio 2013 - Gratis, sì, ma a tempo determinato. Quando nell'ottobre del 2012
fu nominata presidente del Maxxi di Roma, Giovanna Melandri decise di mettere fine
alle polemiche annunciando a tutti che non avrebbe percepito alcun compenso. Mercoledì
24 luglio, però, il consiglio d'amministrazione è stato convocato: «Ordine del
giorno: compenso del presidente».
A darne notizia è stato il sito del Corriere della sera.
ACCUSATA DI RICICLARSI. Lei, da cinque legislature in parlamento con il centrosinistra, e impossibilitata a candidarsi nuovamente per il limite dei 15 anni nel frattempo posto dal Partito democratico, venne scelta dall'allora ministro della Cultura Lorenzo Ornaghi per rilanciare la fondazione.
Una fondazione, appunto, ragion per cui, per la legge Tremonti, presidente e consiglieri d'amministrazione non avrebbero dovuto percepire alcun compenso.
Giovanna Melandri disse subito che per lei la legge era sbagliata, ma accettò. Quello che lei sapeva, ma in un primo momento non disse, è che era già stata avviata la procedura per trasformare il Maxxi da fondazione a ente di ricerca. Rimosso l'ostacolo legale, dunque, l'ex ministro dei Beni e delle attività culturali è pronta a prendere il suo stipendio.
LA RETTIFICA SEI MESI DOPO LA NOMINA. D'altra parte, sei mesi dopo la nomina e la promessa di regalare la propria professionalità a costo zero, aveva precisato che l'avrebbe fatto solo «per un anno».
«Lo prenderò da settembre-ottobre», ha spiegato a Panorama, «quando ho accettato l'incarico, sapevo che il Maxxi era una fondazione e che in base alla legge Tremonti avrei prestato la mia opera gratuitamente. Legge sbagliatissima, me lo si lasci dire, perché la cultura ha bisogno di grandi manager, e questi vanno pagati».
Messa la modestia da parte, dunque, Melandri è pronta a incassare per il proprio lavoro. Alla faccia delle promesse fatte per spegnere le polemiche sui dubbi politici intorno alla sua nomina.
Sarebbe
bello, ora, se la post-deputata e neo-manager dedicasse un po’ del suo tempo
prezioso alla lettera pubblica di un gruppetto di ricercatori che chiede i
motivi, se il Maxxi è «un ente di ricerca», della sorpresa di fine giugno: «la
Biblioteca chiusa, l’accesso agli archivi bloccato e nessuna assicurazione sui
tempi e sulle modalità della riapertura. Per l’accesso alla biblioteca abbiamo
pagato una tessera annuale e proprio nel periodo degli esami e di preparazione
delle tesi di laurea e di dottorato il servizio pubblico è sospeso. Se un Museo
pubblico, che vive con soldi dello Stato, è un ente di ricerca perché sospende
proprio queste attività? Che ente di ricerca è?».
A darne notizia è stato il sito del Corriere della sera.
ACCUSATA DI RICICLARSI. Lei, da cinque legislature in parlamento con il centrosinistra, e impossibilitata a candidarsi nuovamente per il limite dei 15 anni nel frattempo posto dal Partito democratico, venne scelta dall'allora ministro della Cultura Lorenzo Ornaghi per rilanciare la fondazione.
Una fondazione, appunto, ragion per cui, per la legge Tremonti, presidente e consiglieri d'amministrazione non avrebbero dovuto percepire alcun compenso.
Giovanna Melandri disse subito che per lei la legge era sbagliata, ma accettò. Quello che lei sapeva, ma in un primo momento non disse, è che era già stata avviata la procedura per trasformare il Maxxi da fondazione a ente di ricerca. Rimosso l'ostacolo legale, dunque, l'ex ministro dei Beni e delle attività culturali è pronta a prendere il suo stipendio.
LA RETTIFICA SEI MESI DOPO LA NOMINA. D'altra parte, sei mesi dopo la nomina e la promessa di regalare la propria professionalità a costo zero, aveva precisato che l'avrebbe fatto solo «per un anno».
«Lo prenderò da settembre-ottobre», ha spiegato a Panorama, «quando ho accettato l'incarico, sapevo che il Maxxi era una fondazione e che in base alla legge Tremonti avrei prestato la mia opera gratuitamente. Legge sbagliatissima, me lo si lasci dire, perché la cultura ha bisogno di grandi manager, e questi vanno pagati».
Messa la modestia da parte, dunque, Melandri è pronta a incassare per il proprio lavoro. Alla faccia delle promesse fatte per spegnere le polemiche sui dubbi politici intorno alla sua nomina.
Nessun commento:
Posta un commento