Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


mercoledì 26 ottobre 2011

A Chivasso i diritti dei bambini non fanno testo

L'attuale attenzione per l'infanzia e la sua scuola si fonda sulla sempre più precisa consapevolezza dei diritti del bambino così come sono presenti nella nostra coscienza, riconosciuti dalla costituzione nel quadro dei diritti della persona e più volte riaffermati nei documenti degli Organismi Internazionali, e si connette alle rapide trasformazioni sociali e culturali in atto nel nostro tempo. La scuola per l'infanzia ha assunto la forma di vera e propria istituzione educativa.

A Chivasso una sezione della scuola dell’infanzia è stata tagliata, non ostante la lista d’attesa, perché la Regione non ci concede il personale.

La legge 444/68 ha consentito, sullo sfondo di un articolato pluralismo culturale ed istituzionale, una più definita consapevolezza delle funzioni della scuola materna, che si configura ormai come il primo grado del sistema scolastico.

Spettano alle bambine e ai bambini, in quanto persone, i diritti inalienabili - sanciti anche, dalla nostra Costituzione e da dichiarazioni e convenzioni internazionali - alla vita, alla salute, all'educazione, all'istituzione ed al rispetto dell'identità individuale, etnica, linguistica, religiosa, sui quali si fonda la promozione  di una nuova  qualità della vita intesa come grande finalità educativa del tempo presente.

A Chivasso, alla faccia dei diritti del bambino, il bimbo di una donna senza lavoro, ora più che mai, non ha speranze di avere un posto alla materna (al nido è ancora più difficile) e, paradossalmente, se non può usufruire dell'asilo pubblico la mamma non può cercare lavoro.

Chivasso è il fanalino di coda in Piemonte per gli investimenti in strutture per l’infanzia.  Da quindici anni, non ostante l’aumento delle nascite, non si è costruito un asilo nido né una scuola materna pubblica.

La volontà politica della passata amministrazione di centro destra ha proceduto alla privatizzazione massiccia dei servizi per l’infanzia ed alla cancellazione di qualsiasi regia pubblica nel monitorare i bisogni e definire i servizi necessari: tutto è stato lasciato al privato che, ovviamente, realizza solo i servizi che producono profitto e le rette degli asili di Chivasso producono MOLTO redditto.

A Chivasso i bambini tra 3 e 5 anni che possono frequentano la materna pubblica sono circa il 60% , le cose peggiorano se si guarda ai dati sui bambini tra 0 e 2 anni: solo il 23% va al nido pubblico e vi è un uso altissimo di childcare privato o informale (nonni, baby sitters, amici) o la mamma sta a casa e senza lavoro.

Anziché compiere sforzi presso la regione in un percorso inefficace e dichiarare che “A questo punto numerosi bambini resteranno ancora fuori e qualcuno si assumerà le proprie responsabilità”, il consigliere regionale Gianna Pentenerol,  la Richelieu del PD locale che tanta influenza politica ha in questa Chivasso del terzo millenio, potrebbe consigliare gli attuali amministratori locali di favorire e dare impulso alla legge 285/97 che promuove in Italia la creazione di servizi integrati per l’infanzia nella forma di nidi familiari presso le abitazioni private, presso i posti di lavoro anche interaziendali e a livello di quartiere prendendo più piccioni con una fava: favorendo così il reinserimento nel mondo lavorativo delle donne, garantendo un’idonea occupazione, valorizzandone esperienze e competenze assicurando loro una formazione professionale ed un aggiornamento costante, soddisfacendo i bisogni di una città e assolvendo ai diritti dei fanciulli

La legge 285/97 si rivolge in particolare alle donne, ma anche a tutte le persone alla ricerca di lavoro: disoccupate, che desiderano cambiare occupazione o rientrare nel mondo del lavoro dopo la maternità per dare maggiori servizi e creare possibilità di lavoro. Attraverso un’adeguata formazione, le collaboratrici educative di nido familiare (Tagesmutter) possono offrire educazione e cura a bambini di altri presso il proprio domicilio, nel proprio quartiere, in locali messi a disposizione da aziende e/o enti

A 14 anni dalla promulgazione della legge l’Amministrazione Locale, soprattutto nell’attuale situazione economica e sociale, può assumersi la responsabilità di promozione della medesima.

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