Pensare Globale e Agire Locale

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domenica 3 giugno 2012

ITALIA – L’aborto è legge anche nella milano che ospita il Papa.

Benedetto XVI ribadisce le frontiere del dogma in uno Stato che non è il suo e dove sono in vigore norme diverse

di Paolo Madron
Domenica, 03 Giugno 2012 - Siamo alle solite, e non c’è verso perché le cose cambino. In Italia si possono succedere qualsivoglia governi (nel senso del loro colore politico), i loro leader possono essere cattolici militanti o laici incalliti, ma non muta la sostanza: le ingerenze del Vaticano sono sempre tollerate, se non assecondate.
Il problema non è naturalmente la Chiesa e nemmeno il Papa che a Milano ribadisce le arcinote frontiere del dogma dalle quali l’istituzione che rappresenta non recede. E va benissimo così, non siamo tra quelli che vorrebbero un Ratzinger aperto alle nozze gay e magari abortista. Anche se ci sfugge come mai, se sei contro l’interruzione della gravidanza, non ti batti per prevenirla invitando all’uso dei metodi anticoncezionali.
SPAZIO SENZA CONTRADDITTORIO. Il problema, per dirla in soldoni, è lo spazio concesso in totale assenza di contraddittorio. Se, tanto per non restare sul vago, l’aborto è una legge dello Stato, non si spendano 8 milioni di soldi pubblici per allestire una pomposa cornice in cui il vicario di Pietro vi si scaglia contro.
Lo faccia dallo Stato su cui governa, e non dalla tribuna generosamente concessagli da un'altra nazione che è sovrana. Qui non si tratta ovviamente si essere abortisti o anti abortisti, pro o contro la famiglia, posizioni che appartengono alla sfera della coscienza individuale indipendentemente dalle norme che regolano la materia.
INGERENZA TOLLERATA. È la contraddizione che stride e che solo con il Vaticano da noi è tollerata. Siamo pronti a gridare il nostro sdegno se la Cancelliera tedesca Angela Merkel o la Banca centrale europea (Bce) tentano di imporre la loro volontà ed evochiamo la sovranità nazionale minacciata. Ma se è il Papa a farlo, facciamo buon viso, o al massimo giochiamo di rimessa come ha fatto il sindaco Giuliano Pisapia che, in coincidenza con la visita apostolica, ha ribadito il suo sostegno alle unioni di fatto.
Sta di fatto che, fino a prova contraria, aborto e divorzio sono regolati dalla legge italiana, non importa se ciò piace o meno all’autorità cattolica. E il Papa quando è fuori dalle mura vaticane non dovrebbe, anche se implicitamente, incitare a trasgredirle.
RAPPRESENTAZIONI DELETERIE. Queste rappresentazioni di massa sono deleterie per due motivi: indeboliscono la laicità dello Stato e dei suoi rappresentanti, che forse le tollerano in nome della real politik. Ma indeboliscono anche il messaggio della Chiesa, visto che ad ascoltare con espressione compunta le messa del Papa a Bresso c’era nelle prime file una nutrita pattuglia di peccatori che della famiglia e dei comandamenti cattolici hanno fatto scempio. Meno male che, per decenza, non c’era l'ex premier Silvio Berlusconi. In compenso, però, era presenta il suo ex alleato Umberto Bossi, che in fondo una idea di come difendere la famiglia (la sua) ha dimostrato di averla.
LA BANALITÀ DEI MEDIA. Ultima annotazione. I commenti della televisione pubblica alla visita milanese del Papa sono indegni per il loro totale appiattimento e la banalità. Se l’immagine della Chiesa è quella che esce dalle telecronache Rai, anche un cattolico avveduto dovrebbe cominciare a preoccuparsene. Sembra un modo a parte, un’isola felice tra clero e popolo osannante, un'enclave di granitiche certezze mai scosse dal dubbio. E dove non c’è sentore di corvi cattivi, esecrabili attentatori di un ordine costituito e della sua pace celeste. (Paolo Madron)

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