Ci aveva già provato
tre anni fa, la giunta leghista di Ponteranica in provincia di Bergamo:
volevano cancellare il nome di Peppino Impastato al quale era stata intitolata
la biblioteca comunale. Un eroe, forse, non degno per la giunta del Carroccio
perché troppo “sudista”: non importa se Peppino Impastato sia morto per aver
combattuto quella mafia che inquina il Sud come il Nord Italia con i suoi
tentacoli infetti. Il fratello Giovanni ha commentato: «Oggi ci riprovano: è un
atto ignobile che cerca di dividere il Paese che trova nella figura di Peppino
un simbolo unitario della lotta alla mafia».
CI AVEVANO PROVATO TRE ANNI FA – Tre anni fa una manifestazione di protesta e l’indignazione aveva
portato al ritiro del provvedimento. Ma, si sa, “la Lega non perdona”: con una
mossa degna del “meridionalissimo” gioco delle tre carte, il Carroccio ha
provato di nuovo a far sparire il nome di Peppino Impastato, “nascondendo” il
provvedimento dentro una cerimonia prevista per il prossimo 5 giugno. La
cerimonia è organizzata per celebrare l’intitolazione del passaggio pedonale di
via Unione a, ironia della sorte, «Percorso Unità d’Italia». All’ultimo momento
anche l’aggiunta dell’intitolazione della biblioteca a «Padre Giancarlo Baggi»,
prete dell’ordine dei Sacramentini: ieri nel comunicato del sindaco Cristiano
Aldegani si leggeva, infatti, che la cittadinanza è invitata a prendere parte
«all’intitolazione della biblioteca comunale a padre Baggi». Per Giovanni
Impastato, fratello di Peppino, intervistato in esclusiva da Avanti!online, si
tratta di un vero e proprio «atto di inciviltà».
Come commenta quanto sta avvenendo a Ponteranica?
Nel trentesimo
anniversario dell’uccisione di Peppino, nel 2008, il precedente sindaco decide
di intitolare la biblioteca a suo nome. Ma dopo alcuni mesi è arrivato il
sindaco leghista Aldegani che, come primo atto della sua giunta, toglie
l’intitolazione. Per noi si tratta di un atto di inciviltà, un atto criminale
che tenta di eliminare la memoria storica: è un vero e proprio crimine che
viene da un movimento che, non solo ha dimostrato di avere al suo interno una
banda di ladroni, ma è anche antimeridionalista e secessionista. Oggi ci
riprovano: è un atto ignobile che cerca di dividere il Paese che trova nella
figura di Peppino un simbolo unitario della lotta alla mafia. Un simbolo che
spinge i giovani all’impegno civile. In Italia, ora più che mai, bisogna che ci
sia un confronto fra la cultura del Nord e Sud. In Sicilia abbiamo vie
intitolate a partigiani e morti del Risorgimento, persone del Nord Italia: così
si crea la cultura di un Paese. E il sindaco invece liquida il tutto come una
questione territoriale: è una vergogna. Inoltre vuole intitolare la biblioteca
ad un sacerdote dell’ordine dei Sacramentini quando gli stessi Sacramentini si
sono ribellati chiedendo di non togliere il nome di un eroe dell’antimafia.
Al di là delle decisioni del sindaco e della giunta, come ha reagito la
cittadinanza?
Le persone non erano
d’accordo, erano contro la decisione del sindaco. Io parlavo con la gente nei
bar, con le persone della strada che affermavano che si trattasse di un gesto
che non andava fatto. Ma non abbiamo avuto un sostegno attivo, purtroppo, a
parte il comitato Peppino Impastato che ha lavorato tantissimo, la gente non ha
preso posizione attivamente.
Cosa pensate di fare ora?
Abbiamo intenzione di
fare un appello a livello nazionale per coinvolgere uomini della cultura, del
lavoro, la Chiesa e i cattolici, i sindaci che già hanno intitolato strade a
Peppino.
Intanto Vanni Cassis
referente dell’associazione Libera e dal Comitato per Peppino Impastato ha
fatto sapere che «È stato un fulmine a ciel sereno, non c’era nulla nell’aria
che potesse far pensare a questa decisione improvvisa. Non ci gireremo
dall’altra parte nemmeno questa volta. Stiamo ancora pensando a cosa
organizzare per esprimere il nostro no a questa iniziativa». E Carlo Colombi,
del Comitato per Impastato, ha aggiunto: «Voglio ricordare che gli stessi padri
Sacramentini avevano chiesto all’amministrazione di non “usare” padre Baggi in
contrapposizione con Impastato, ma di dedicargli un altro luogo. Questo è un
fatto grave, reagiremo». In un comunicato l’ordine dei sacramentini aveva
comunicato: «Fare spazio al Padre Baggi, togliendolo a Peppino Impastato, non
ci sembra rispettoso né della memoria del primo, né tantomeno di quella del
secondo». Resta da chiedersi se sia questa la migliore strategia che riesce a
mettere in atto una forza politica come la Lega che, pochi giorni fa, affermava
di voler “riprendersi il territorio”.(Roberto Capocelli)

Nessun commento:
Posta un commento